Ci piacerebbe essere come gli uomini, quel essere super avvalorato, in cui le rughe congloba più charm, aver più di 50 raffigura potere e stabilità (ci sono pure qualcuno che alza l’età per sentirsi tale), essere scapolo vuol dire emancipato e raccontare agli amici le peripezia sessuali significa essere un essere superdotato.
Sono tante le donne che ancora oggi, continuano a correre dietro a un uomo-ancora, un maitrê-à-penser per avere un’identità (im)propria, Perché è lui che aggiudica, tante volte, un’identità a gran parte di noi.
Ma noi femminucce, non sappiamo essere così… colpa di quello odioso carattere femminile secondario, fonte della biasimevole e inutile dignità.
Ancora nubile? E’ una zitella. Le rughe? Managgia! Segno evidente di decadenza. Oltre i 50? E’ già in terza età. Ah, no! Scusatemi. E’ ancora troppo giovane ma solo se cadavere. “Poveretta... aveva solo 53 anni...” E’ già! Qualcuna, con qualche grado di scemenza in più, pensa addirittura di buttarsi dal decimo piano, soltanto per essere ‘precoce’ in qualcosa, ti rendi conto?
Và bè, abbassare l’età è la nostra caratteristica fondamentale, ma che c’è di male?
A ripensarci, i 40 e X non significano esattamente tutti quei ’40 e X’ che immaginiamo. Se scaliamo gli anni di sonno, riusciremmo a portare quella sommità a un ragionevole (e giusto) … eh… diciamo ’29 e X’ circa, non è carino? E guai all’imbecille che cerca di quantificare quel maledetto ‘X!’.
Cosa se potrebbe fare per combattere questa ingiustizia sociale? Istituzionalizzare il rituale del lamento, piangendo tra loro nei tradizionali tè inglesi, a porta chiusa, o ricorrere alla tradizionale “terapia preventiva di gruppo contro la sindrome psicopatica dell’Anta”, non serve a nulla.
Cominciamo a ragionare (uomini e politici in generale compresi): prende una donna di 60 anni che ha perso 15 dopo l’ultimo liffting... perché la data di nascita deve continuare invariata nei documenti?
Perché non diminuire tanti anni quanti quelli cancellati dai bisturi? Le istituzioni, pensino bene, prima di chiamarle di vecchie e ancora peggio, in età pensionabile. Un appello ai politici a pensare meglio sull’argomento, poiché è un’ottima iniziativa per fare un accordo tra la logica di un altissimo introit fiscale e la risoluzione di un’ingiustizia che noi donne (lifftintingate o no), non possiamo più sopportare. Come mai nessun politico ha ancora ragionato su questa cosa? Una donna sopra i 60, che dimostra 45, 50 dopo la plastica, perché le istituzioni se si ostinano in chiamarla donne di terza età e per di più, dovendo pagarle una pensione? Non è assurdo?
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