domenica 6 gennaio 2008

E' Lui... il kamikaze!

Marx, trentacinquenne, da dieci mesi cassiere in un supermercato nella periferia de Los Angeles, aveva una cieca e patologica paura del terrorismo e non usciva senza munirsi del kit di protezione "The Day After", contenente dalle "nuke-pills", le pillole che limitano i rischi per la tiroide in caso d’esposizione alle radiazioni, agli identificatori di diffusione radioattiva e perfino una maschera antigas.
Da un po’ si era convertito al vegetarianismo, nel timore che i terroristi potessero contaminare gli animali con sostanze chimiche letali o iniettare agenti patogeni negli alimenti.
Ogni volta che arrivava al lavoro, per prima cosa, passava l’identificatore in ogni scaffale per rilevare una qualche possibile radiazione anomala.
Ovunque andasse, vedeva presunti talibani, e sempre controllava minuziosamente l’auto prima di entrarvi.
Alla fermata dell’autobus testava, con una vera e propria perquisizione con la coda dell’occhio, ogni passeggero: chiunque, anche la persona più innocente, anche quella massaia con la sporta della spesa o quell’altro, il ragazzo dall’aria strafottente e lo zaino sulle spalle, poteva essere un kamikaze pronto a farsi saltare in aria.
Alle tre di quel pomeriggio, si aprirono le porte del supermercado, in Via Varesini 30, Roma.
Un uomo dalla pelle scura entrò nel magazzino per uscirne, dopo un po’, con un camice bianco ed una strana apparecchiatura assicurata alla cintura. Quel giorno, mentre faceva il suo controllo, Marco notò quell’uomo, un tipo sconosciuto, aggirarsi fra gli scaffali… carnagione scura…Non erano le lenti dei suoi occhiali…! No, proprio no! E che cavolo era mai quell’armamentario?!
“In guardia, amico – si disse – in guardia! Ci siamo!”
Col cuore in tumulto e la mente occupata in inquietanti congetture, Marco cominciò a sorvegliarlo, seguendolo, non visto, di corsia in corsia. Ad un certo punto il piccolo apparecchio appeso alla vita si animò ed un led rosso cominciò a lampeggiare.
Non c’erano più dubbi!. Era lui, il kamikaze.
113. Carabinieri a sirene spiegate. Stridìo di freni.
"E’ lì, il Kamikaze: agite in fretta!”
Il supermercato fu evacuato e circondato da Carabinieri e Polizia.
Intanto l’uomo misterioso uscì dalla porta d’emergenza senza capire un bel niente e salì sulla sua auto, allontanandosi.
"Eccolo, sta scappando! "
I Carabinieri e la Polizia iniziarono l’inseguimento che si concluse, poco dopo, con il fermo del fuggitivo.
Dopo una lunga perquisizione e l’inevitabile interrogatorio, si scoprì che l’uomo dalla pelle scura altri non era che Piero Rossi, agente della Polizia Tributaria, legalmente incaricato di eseguire un controllo di routine e munito, per questo, degli attrezzi per la lettura elettronica delle etichette. Reduce dalle ferie a Cuba, dove aveva acquisito una splendida tintarella, il povero Piero dovette faticare non poco a convincere gli investigatori della sua innocenza

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